La Miura: la prima sportiva di casa Lamborghini nata sotto il segno del toro

La Miura: la prima sportiva di casa Lamborghini nata sotto il segno del toro

La Miura è la prima, leggendaria supercar di casa Lamborghini: la storia di questa iconica coupé inizia al salone di Torino del 1965, dove la casa di Sant’Agata Bolognese espose il TP400, un telaio in lamiera scatolata progettato dai tecnici Gian Paolo Dallara e Paolo Stanzani.

Una delle principali innovazioni del progetto fu la posizione trasversale del motore, una soluzione che permise di ridurre notevolmente l’ingombro dell’auto. Soluzione che affascinò fra gli altri anche Nuccio Bertone, proprietario dell’omonima e celebre carrozzeria e presente al salone, che si propose per la produzione. Nonostante Ferruccio Lamborghini non fosse pienamente convinto (non era mai stato fino ad allora un promotore delle auto da corsa), il telaio prese vita in appena quattro mesi, grazie al progetto disegnato da Marcello Gandini.

Perché Miura? Lamborghini nacque sotto il segno del toro, che divenne anche l’inconfondibile logo delle sue auto, e quindi volle “battezzare” la vettura con un nome che richiamasse alla tauromachia: Don Eduardo Miura Fernanzed, infatti, era un allevatore di tori da combattimento e la Miura è la prima di una serie di Lamborghini che seguono il filone dei nomi ispirati alla tauromachia.

La coupé di casa Lamborghini, che ha visto poi diverse versioni succedersi negli anni, dalla P400S alla Jota sino alla Roadster, monta un 12 cilindri a V da 350 cavalli che le consentono di sfiorare i 300 chilometri orari (290 nella versione SV).

La linea inconfondibile, così come il sound del motore, l’hanno resa una di quelle macchine che da sempre fanno sognare tutti gli appassionati.